Carissimi,
oggi ci saremmo dovuti incontrare nell’ormai consolidato appuntamento della Pasqua del Lavoro che come Movimento Lavoratori proponiamo il lunedì della Settimana Santa, un momento di ascolto e preghiera sul mondo del lavoro nei luoghi di lavoro. E invece ci incontriamo qui, tra le righe di un foglio e attraverso gli schermi di pc e cellulari.
Vi avremmo proposto quest’anno la tematica già individuata a livello nazionale in tempi non sospetti, Il lavoro che cambia: possiamo dire di viverlo oggi questo tema prima ancora di averci riflettuto.
Lo stiamo vivendo sulla nostra pelle, su quella di chi ci sta vicino, in quello che possiamo percepire dall’Italia e dal mondo intero: il lavoro è cambiato. È cambiato per tutte quelle aziende e per tutti quei professionisti che in seguito alle disposizioni ministeriali hanno dovuto fermarsi, è cambiato per chi continua a lavorare ma in smart working, è cambiato per chi continua a recarsi fisicamente al lavoro, è cambiato per chi il lavoro lo “recuperava” giorno per giorno.
Vi raggiungiamo con questo semplice messaggio con due piccole pretese: condividere e affidare.
Condividere il tempo di smarrimento iniziale, ma anche di una nuova quotidianità che va vissuta. Condividere la fragilità umana che questo tempo ha messo a nudo togliendoci l’illusione di essere invulnerabili e di avere soluzioni per tutti i problemi senza dover modificare nulla delle nostre abitudini. Condividere l’importanza del lavoro e della sua professionalità riscoprendolo non solo come scambio tra merce e compenso, ma come un luogo di senso e valori. Condividere il legame invisibile che ci unisce: “siamo tutti sulla stessa barca” e contemporaneamente siamo tutti responsabili dell’altro. Condividere il lavoro e il potere della politica nella sua funzione sociale.
Affidare. Nella celebrazione dell’Eucaristia “avremmo affidato” e ci “saremmo affidati” a Gesù. Lo facciamo oggi affidando a Lui l’atteggiamento di fede di ognuno verso la vita, quella fiducia che permette di andare avanti e di continuare ad impegnarsi nonostante tutto. Lo facciamo affidando a Lui la preghiera personale e familiare di questo tempo. Lo facciamo affidandoci a Gesù e accogliendo in noi il suo modo di stare al mondo, di farsi prossimo a malati ed esclusi, Lui che ha vissuto e trasformato la sua fragilità umana nello strumento per amare in modo incondizionato.
Parafrasando le parole di un grande scienziato potremmo dire che è nella crisi che si manifesta l’esigenza del cambiamento, è la crisi che porta i progressi, è nella crisi che emerge il meglio di ognuno, l'unica crisi pericolosa è la tragedia di non voler lottare per superarla. Saremo chiamati allora a ripartire e l’annuncio pasquale della speranza di un nuovo inizio sarà il nostro motore. «L’incertezza che ci spaventa non necessariamente agisce come forza paralizzante; può essere giocata come opportunità di ricominciare, ripensando il tutto. […] È questo il gesto terribilmente salvifico che abbiamo a disposizione. […] Guardare la realtà con un altro sguardo, che scommette sui nuovi inizi, sulle seconde volte. […] La speranza sta nel Dio che opera come il “Ricominciatore”, che si ostina a tenere aperta una storia, proprio quando questa si ripiega su se stessa» (A. Reginato).
La Pasqua del lavoro di quest’anno ci aiuti quindi a condividere questo tempo con tutte le sue sfumature e ad affidarlo a Lui nella certezza di un nuovo annuncio di speranza!
Buona Settimana Santa a tutti!
Giuseppe, Cristina, don Maurizio