L’Azione cattolica siciliana ricorda Falcone
Sono passati appena venticinque anni. Era il 23 maggio del 1992, e sull'autostrada A/29, nel tratto di strada che unisce Palermo all’aeroporto, Cosa Nostra mise in atto uno dei suoi più vili e atroci attentati. Persero la vita, quel giorno, il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinari.
Una strage mafiosa che impressionò molto il popolo italiano. Ma che, nello stesso tempo, non lo piegò all’accettazione di una barbarie senza una via di speranza. Da quel giorno molte associazioni, organizzazioni no profit, giovani, soprattutto giovani, si resero conto che resistere era, è ancora oggi, un parola della convivenza civile e pacifica che non poteva e non può essere tralasciata al libro dei sogni e dei ricordi.
Da quel giorno la rassegnazione ha lasciato il posto a una speranza che è più di una promessa. È sulla base di questo impegno, cristiano e laico insieme, che l’Azione cattolica di Palermo promuove un raduno, un momento di preghiera e una marcia silenziosa verso l’albero Falcone che si svolgerà proprio martedì prossimo 23 maggio 2017. “Tutti coloro che, facendo parte anche della comunità cristiana – dice il presidente di Ac di Palermo, Giuseppe Bellanti – vogliono incontrarsi e muoversi insieme verso il convenire di tutta la comunità civile per non dimenticare e per continuare a fare memoria della nostra storia di giustizia”. Un programma semplice, ma sentito: dopo il raduno pomeridiano presso la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, ci sarà una preghiera alle 16,30, Beati i perseguitati a causa della Giustizia, e poi una marcia silenziosa verso l’albero Falcone. E, alle 17,58, un minuto di silenzio in ricordo della strage di Capaci nell’ora in cui avvenne l’attentato.
L’albero Falcone è più di un simbolo. È l’albero cresciuto di fronte alla casa del giudice. Dopo la strage di Capaci, il 23 maggio del 1992, su quell’albero iniziarono a essere affissi spontaneamente dei foglietti con messaggi, lettere, disegni. Essi portano ancora oggi il segno di tutto quello che i cittadini di Palermo hanno vissuto all’indomani della strage: il sentimento di dolore, di rabbia e disperazione a cui si sono aggiunti poco per volta anche messaggi di speranza e di manifestazione a voler continuare la lotta e i sogni del magistrato.
L’albero, un ficus magnolia che si erge alto con le foglie sempreverdi, è diventato un simbolo non solo per i palermitani che si impegnano nella lotta contro la mafia, ma per tutti coloro che, in Italia e nel mondo, a questa lotta si uniscono.
Anche l’Azione cattolica di Messina-Lipari-Santa Maria del Mela fa sentire la sua voce. Con un convegno dal titolo Legalità e bene comune. Per un lavoro eticamente sostenibile, organizzato con l’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, Msac, Libera, AddioPizzo, Unione cristiana imprenditori e dirigenti (23 maggio ore 18.00, sede di Azione cattolica a Messina), Luigi D’Andrea, ordinario di Diritto costituzionale e vicepresidente nazionale del Meic e Tonino Genovese, segretario Cisl di Messina, proveranno a riflettere con coraggio e l’orizzonte del bene comune proprio nel giorno della Giornata della legalità 2017, nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Una preghiera, un minuto di silenzio, un albero della vita da continuare a far crescere, la memoria che per produrre buoni frutti dà speranza attraverso la ricerca di un lavoro eticamente sostenibile. L’Azione cattolica siciliana batte un colpo.
Il futuro della buona terra si costruisce da oggi. Concretamente. Annaffiando l’albero della buona battaglia.
di Gianni Di Santo
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