Gli strumenti della vita spirituale/1
Si narra che in una parrocchia di una sconosciuta regione italiana, già da tempo secolarizzata, l’Azione cattolica fosse in difficoltà. Non era rimasto che un gruppo di adulti, quasi tutte donne, che si ritrovavano ogni settimana, ma senza entusiasmo e senza convinzione. L’assistente era un vecchio prete sempre troppo occupato (così diceva lui). La presidente aveva cercato di rianimare l’associazione con nuove proposte e iniziative, ma niente era mutato. Decisero allora – presidente e assistente – di andare a consultare un saggio rabbino che si ritirava spesso in un piccolo eremo nel bosco vicino alla parrocchia.
Era un uomo buono, da sempre amato da tutti gli abitanti della zona. «Conosco il problema – disse –: la gente ha perso la spiritualità e, anche nella mia città, quasi nessuno viene più alla sinagoga». Si lamentarono insieme, poi lessero alcuni brani della Bibbia e conversarono serenamente. Prima di congedarsi, la presidente gli domandò di nuovo se non avesse dei consigli da darle. «No, mi dispiace – ripeté il rabbino –; l’unica cosa che posso dirti è che il Messia è tra voi».
Nella riunione del gruppo, la settimana seguente, la presidente riferì dell’incontro: «Non mi ha detto granché. Solo che il Messia è tra di noi». Nei mesi seguenti tornarono spesso sull’argomento e si domandavano, un po’ per scherzo, chi di loro fosse il Messia. Forse poteva essere Giselda che pregava così tanto. Ma anche Franco, sempre disponibile ad aiutare tutti. Non sarà Chiara, sempre a lamentarsi di tutto e di tutti; però da vent’anni sta assistendo il marito infermo; quindi non si sa mai… E se fossi io? Pensava qualcun altro. Non è possibile, non sono tanto importante, però per il Signore lo sono; chissà?
Con questi pensieri nel cuore cominciarono a riunirsi con più gioia nell’incontro settimanale e a rispettarsi e a volersi maggiormente bene. Senza rendersene conto, molti iniziarono ad avvertire il clima di straordinario rispetto che circondava quegli adulti di Azione cattolica e da loro irradiava. Presero a fare domande e a chiedere informazioni. Dopo qualche tempo una coppia chiese di far parte del gruppo; poi altri e anche qualcuno dei loro figli. Nel giro di pochi anni l’associazione si consolidò e si completò con il settore Giovani e l’Acr. Con il tempo quell’associazione diventava un esempio positivo per altre parrocchie e irradiava entusiasmo spiritualità per tutti i laici della diocesi.
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Questa storiella (la cui storicità è rigorosamente documentata!) ci permette di introdurre il senso della vita spirituale e dei suoi strumenti in Azione cattolica. È l’obiettivo di questa rubrica di Segno, che accompagnerà i lettori per tutto il 2017.
Cos’è la vita spirituale? Non è la cittadella dell’anima, un luogo sacro nel quale ci si rifugia per difendersi dal mondo malvagio. Non è quindi cosa riservata alle vocazioni a speciale consacrazione come preti, frati e suore. La vita spirituale non va dai capelli in su. Non riguarda cioè solo lo spirito inteso come opposto al corpo e all’umano. Ma è anzi l’essenziale che compagina, promuove e rigenera la vita umana.
La vita spirituale non è staccare la spina dalla vita di ogni giorno, come diciamo quando andiamo in ferie, oppure partecipiamo a qualche ritiro spirituale. Ma essa tratta proprio della nostra esistenza e del suo significato. Perciò diciamo che la vita ha il primato per la nostra spiritualità: solo nelle pieghe della vita incontriamo il Signore.
Ci sono almeno quattro caratteristiche di una spiritualità fondata sul mistero dell’incarnazione: «E la Parola si fece carne» (Gv 1,14). Questo ne è il fondamento e il segno distintivo.
Nella vita spirituale laicale il luogo di Dio è “dentro”, nel cuore della vita umana. Per questo abbiamo individuato uno strumento spirituale che ci aiuta a riconoscere la presenza di Dio nei fatti che viviamo: il Taccuino.
La vita spirituale laicale è caratterizzata dall’attitudine a decidere, progettarsi e verificarsi. Questo comporta la capacità di rischiare e di giocarsi personalmente: la Regola di vita è lo strumento con cui impariamo le priorità e le decisioni fondamentali.
La vita spirituale laicale non è l’applicazione meccanica di una serie di precetti religiosi, ma un incessante esercizio di discernimento. Per questo ci alleniamo a leggere la realtà con la luce della Parola. A questo serve lo strumento spirituale del discernimento personale e comunitario.
La vita spirituale laicale non abita il cielo degli ideali, ma la terra della concreta realtà. Per questo stima la differenza, la pluralità, la parzialità e l’evoluzione della persona. Lo strumento spirituale che ci aiuta a camminare sempre è l’accompagnamento spirituale.
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Questi sono quattro strumenti della vita spirituale (Taccuino, Regola, Accompagnamento e Discernimento) ai quali dedichiamo la nuova rubrica di Segno. Nel fare questa ricerca abbiamo come punti di riferimento le fonti della Vita Spirituale: la Parola che illumina la vita, l’esperienza ecclesiale e associativa, la scelta preferenziale dei poveri, la preghiera, la vita quotidiana e laicale.
L’obiettivo e l’esito del nostro cammino personale e associativo è quello di riconoscere la presenza del Signore nella nostra vita e nella nostra storia: «Il tuo volto o Signore io cerco. Non nascondermi il tuo volto» (Sal 27,8-9).
di Emilio Centomo - Assistente ecclesiastico centrale Ac per il Settore Adulti e il Mlac