La scomparsa di Rita Borsellino, sorella di Paolo
Rita Borsellino è stata una testimone che ha ispirato ed accompagnato diverse generazioni di giovanissimi e di giovani attraverso una delle stagioni più buie della vita del Paese. Siamo in tantissimi oggi a provare un profondo senso di gratitudine insieme ad un sentimento di grande nostalgia. “Siamo più poveri, Palermo è più povera senza Rita” ha affermato l’arcivescovo di Palermo don Corrado Lorefice nella sua omelia, ma è anche vero che la sua eredità morale è grande ed illumina il cuore e gli occhi di tanti, a cominciare dai suoi carissimi figli e nipoti che oggi non hanno mancato di ricordarci che per i credenti il passaggio della morte, pur doloroso, è aperto continuamente alla Speranza di una vita più vera e più piena e, quindi, fonte di gioia. Siamo tutti in debito con Rita, chi ha vissuto con lei il tempo intenso e prolungato dell’impegno e dell’azione ma anche chi ha soltanto visto crescere una nuova generazione di giovani e di persone che hanno mostrato che il cambiamento, che “un’altra storia” è possibile.
È stata un riferimento per Palermo e la Sicilia e non solo. Ha girato l’Italia (e l’Europa) per raccontare che la Speranza è sempre davanti a noi. Un impegno maturato nella sofferenza e nel dolore per la perdita di un fratello come Paolo, ma anche alimentato quotidianamente dalla fede cristiana e da un’educazione alla cura delle persone e delle relazioni respirata innanzitutto in famiglia e divenuto impegno a rimettersi continuamente in gioco in momenti cruciali della vita politica della Sicilia e dell’Italia.
Non si è mai risparmiata Rita, con pazienza e disponibilità ha accolto tutti gli inviti per incontri, raduni e conferenze. Ho personalmente con lei ricordato in diverse occasioni la sua partecipazione all’incontro nazionale dei Giovani di Ac nel 1997, di cui coltivava un’immagine molto vivida che le faceva spesso compagnia, quando: “al momento della preghiera improvvisamente il frastuono gioioso dell’Olimpico si tramuta in silenzio, mostrando come i giovani sono capaci di vivere in pienezza e intensità ogni momento”.
Le beatitudini, che abbiamo sentito proclamare nel Vangelo della celebrazione in cui tutta la comunità cristiana l’ha “presentata al trono dell’Altissimo”, sono state certamente il suo programma di vita. I suoi gesti così come le sue parole ci hanno mostrato come il valore di una vita si misura dalla capacità di compiere con grande passione il proprio dovere, lealmente ed onestamente, senza risparmiarsi e tirarsi indietro. Il suo sorriso e il suo sguardo, che oggi ci mancano, ci hanno fatto capire che era animata da una fonte di gioia autentica. “Sono felice” ha confidato ad un suo stretto collaboratore poche ore prima di spirare.
di Giuseppe Notarstefano - Vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica per il Settore Adulti
dal sito http://azionecattolica.it
Il comunicato dell'Ac di Palermo