Accolti a Braccia Aperte da Papa Francesco

Incontro nazionale con il Santo Padre - A braccia aperte - Roma 25 aprile 2024

di Silvia Maglio*

 

ECCOCI! Il gran giorno è arrivato! Quello segnato in rosso sul calendario, quello che non vedevamo l’ora arrivasse e per il quale abbiamo declinato ogni altro invito. Eccoci siamo qui! A Roma, in Vaticano, in Piazza San Pietro. Siamo partiti dalle nostre città, la maggior parte di notte, carichi della voglia di andare dal Papa, certi di vivere un’esperienza unica, forti di essere una comunità in cammino, un popolo unito nell’essenza e tinto dei colori del mare e del sole: di blu e di giallo. Il nostro drappello è di tutto rispetto: siamo più di 200 e siamo pronti ad accogliere il Papa a Braccia Aperte, donandogli il nostro più sincero e affettuoso saluto, certi di sentire il suo benevolo abbraccio. Fare la fila ai tornelli non ci è costata neanche tanta fatica, anzi sembra di non averla proprio fatta, come pure sembra che non faccia neanche freddo alle 07.00 di mattina di questo 25 aprile che sì è primavera, ma l’inverno fa capolino come per dire voglio esserci anch’io oggi insieme a voi. Siamo in tanti a voler essere qui in Piazza San Pietro a salutare il Papa, a rendergli omaggio, a benedire il Signore per averci fatto la grazia di ritrovarci qui insieme ad altre 80.000 persone provenienti da tutta Italia e non solo. Gli organizzatori hanno previsto 60.000 partecipanti, il Signore ne ha chiamate 20.000 in più!

Il popolo in cammino di Dio si è diretto a Roma per dire ci siamo, per dire a papa Francesco ci siamo e ti siamo vicini e ti vogliamo bene; siamo qui desiderosi di suggere tutta la spiritualità e forza vitale di cui abbiamo bisogno per portare il Cielo in terra. Perché il Regno dei Cieli è qui e lo stiamo abitando e lo stiamo vivendo adesso. Si, i tempi sono difficili, qualcuno potrà arrivare a dire che i tempi sono proprio cattivi, ma quando sono stati facili? Tutte le generazioni, dall’alba del primo giorno ad oggi, tutte hanno pensato sospirando che si stava meglio prima. Ma come leggiamo nel Qohelet (7,10) non dire “perché i tempi antichi erano migliori del presente?” perché una domanda simile non è ispirata a saggezza. Perciò a noi piace dire, alla maniera di Sant’Agostino, che “i tempi non sono cattivi, gli uomini vivano bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi”. Dipende esclusivamente da noi acquisire la consapevolezza che quello che stiamo vivendo è davvero un tempo favorevole e che noi ne siamo i protagonisti. Oltre che testimoni. E infatti, anche oggi, siamo chiamati a essere testimoni della fraternità che ci contraddistingue, quella universale: e lo abbiamo dimostrato proprio questo 25 aprile, anche qui, abbracciando la sorella e il fratello che ci sta accanto e di cui abbiamo incrociato lo sguardo adesso per la prima volta, scrutando quegli occhi che raccontano una umanità nuova, umanità concentrata in uno sguardo sconosciuto e nella stretta di un abbraccio pieno e accogliente, che sarà inevitabilmente parte del bagaglio che ci porteremo appresso per tutto il viaggio della nostra Vita.

Ricchi di questa esperienza, siamo pronti ad abbracciare di più e più spesso, ad accogliere a braccia aperte ogni nostro fratello e ogni nostra sorella perché oggi papa Francesco, con questo gesto, ci ha insegnato che di abbracci ne esistono almeno tre. Quello che manca: quante volte abbiamo desiderato un abbraccio di conforto e quante volte, ricevendo un abbraccio, abbiamo pensato che sì, ci volava proprio quell’abbraccio, che ci ha fatto proprio bene! Quello che salva: perché abbracciare significa dire, senza parlare, ti voglio bene e l’amore quello vero, quello di un Padre che ama come una madre, salva sempre! Infine quello che cambia la vita. A questo punto il cambiamento è inevitabile, il rinnovamento è già iniziato: dal momento che abbiamo deciso di essere qui oggi, ci siamo messi in gioco. Animati da questa consapevolezza e sorretti dalla Fede, possiamo accogliere, a braccia aperte, l’invito di papa Francesco ad essere “pellegrini di speranza, sul cammino della pace” capaci di tracciare sentieri nuovi e impegnativi. Insieme. L’ultimo abbraccio: sotto la croce, quello di Gesù Crocifisso che da più di duemila anni è lì e ci aspetta, sempre e comunque, a braccia aperte, per abbracciarci Tutti, ogni giorno, ogni momento! Amen

 

 

*Responsabile del Settore Adulti di Ac - Galatina Parrocchia Ss. Piero e Paolo Apostoli