Con occhi nuovi

Festa della Pace  ·  Castri di Lecce  ·  28 Gennaio 2018   -   Laboratorio Settore Giovani

 

““È necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e naturalmente alla giustizia. In particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza.” Vittorio Bachelet

 

Non potevamo parlare ai Giovanissimi e Giovani di Pace, utilizzando semplicemente le parole; occorrevano degli esempi e delle testimonianze forti di vita, che potessero far comprendere ai ragazzi la difficoltà e la bellezza di azioni quotidiane che costruiscono la Pace.

E allora abbiamo voluto che questi si scontrassero e ascoltassero storie di vita quotidiana, di piccoli eroi del nostro territorio che ininterrottamente e quotidianamente offrono il loro aiuto e supporto all’altro.

Dopo la celebrazione eucaristica presieduta da S. E. Mons. Donato Negro, i Giovanissimi e i Giovani si sono recati in un laboratorio pensato e strutturato a loro misura. Nel laboratorio sono entrati in contatto con piccole prassi di pace, che hanno però una grandissima risonanza nel sociale.

Si sono alternati all’attenzione dei ragazzi alcuni testimoni: un finanziere, volontari della Misericordia, un’assistente sociale, coinvolti nell’accoglienza dei migranti, prima e dopo gli sbarchi e  hanno raccontato di come la loro ordinaria giornata sia in realtà straordinaria per l’aiuto e l’opera che compiono. Le Testimonianze sono state introdotte da un duo di improvvisazione teatrale di stampo comico, “Leleste” che con maestria ha interessato, entusiasmato e spiazzato i ragazzi.

L’intero laboratorio è stato mediato e condotto da Cristina Alemanno (Segretaria del MLAC), che ha saputo cogliere gli aspetti più importanti e intrecciare le storie degli ospiti con grande perizia, permettendo il dibattito tra i ragazzi.

Parlare di Pace per i Giovani/issimi presenti è significato allora, parlare di: Operatori di Pace;

“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.” (Matteo 5,9)

La pace non si può costruire senza persone disposte a donarsi per l’altro gratuitamente, senza riserve, sull’esempio di Cristo, morto in croce per amore dell’umanità. Allora divenire operatori di Pace significa donarsi per l’altro e trovare nell’altro l’immagine del Cristo, vivere per l’altro. Significa iniziare a divenire Giovani nuovi, uomini e donne della futura società disposti a creare una nuova forma di Umanità, un’umanità accogliente che ponga l’uomo al centro, a discapito di differenze, etniche, culturali e sociali; Uomini disposti all’aiuto incondizionato nei confronti dell’altro.

Aver posto al centro del laboratorio uomini “comuni”, non “famosi”, con una vita “normale” è stata una scelta pensata; ognuno di noi, ogni singolo giovanissimo e giovane, nel suo ordinario può compiere gesti straordinari, in ogni ambito della sua vita. Toccando la vita dell’altro, suo prossimo, è lì che si costruisce la Pace.

 Allora l’impegno che segue a questa Festa della Pace è quello di divenire Giovani/issimi coraggiosi, capaci di andare oltre il pregiudizio, capaci di costruire nuove prassi di Pace partendo dal loro piccolo, far sì che ogni giorno diventi luogo e momento in cui far “Scattare la Pace”.

 

Fabiola Musarò,
Vice-presidente diocesana per il SG