Costruttori di ponti e scrittori di storie

Elena Agostini, Responsabile per la Formazione dell'Azione Cattolica della Diocesi di Frosinone - Veroli - Ferentino, ci racconta del gemellaggio tra il Settore Adulti della sua Diocesi e il Settore Adulti della nostra Diocesi.

 

L’amicizia tra le Diocesi di Otranto e Frosinone è un fatto antico. Nasce nel lontano 1995, quando, poco più che ragazzini, una allora Responsabile Diocesana del Settore Giovani di Azione Cattolica e un giovanissimo Prete si incontrano, morti di freddo, in un campo Nazionale a Roveré Veronese.

Gemellati istantaneamente dalla scarsa resistenza alle temperature nordiche, o forse dalla forte empatia dettata dalla comune passione per il mare, chissà, da quel lontano luglio le strade di quell’amicizia bella, leale, sincera non si sono mai più separate. E seppur a svariate centinaia di Km di distanza, hanno continuato ad intrecciarsi, nel tempo e nello spazio, laddove il Signore ci ha dato la grazia di incontrarci ed essere di sostegno gli uni per il cammino degli altri. Molte volte abbiamo condiviso le esperienze grazie ai tanti campi scuola diocesani del Settore Giovani vissuti nell’amata terra pugliese. Tante volte ci siamo incontrati nei “corridoi” associativi, laddove si progettava un cammino che non è mai carta stampata ma vita incarnata.

La storia di un’amicizia personale è, in filigrana, il riassunto di una storia associativa collettiva, la nostra.

Essere di Azione Cattolica non significa, come amo spesso ripetere, essere “solo” a servizio della Chiesa. Non è saper fare incontri interessanti, non è imparare a memoria i cammini formativi, né ripetere lo Statuto come un’Ave Maria. Essere di Azione Cattolica è ricevere la grazia tutta speciale di potersi sentire sempre a casa, in qualunque angolo di Italia ci si trovi a sostare, è avere una famiglia grande quanto una Penisola. E non è affatto retorica.

L’Azione Cattolica perderebbe il suo valore, cesserebbe di essere il tesoro immenso che è nel momento in cui diventasse “burocrazia”, prassi ecclesiale vuota, seppur efficiente. Invece la nostra Associazione, a quasi 150 anni suonati, continua a mantenere inalterata la sua freschezza -in barba a cifre ballerine- proprio perché al di là dell’altissimo valore formativo ed ecclesiale che incarna, è fucina di umanità condivisa, di volti, voci, mani, sguardi, storie che, come un coloratissimo puzzle, rendono più bello non solo il volto della Chiesa ma la storia personale di ciascuno di noi. L’Azione Cattolica è, senza dubbio, casa e scuola di relazioni.

E così, la scorsa estate, tra un’incursione nel bellissimo mare salentino e una puntata in qualche incontro associativo (perché quelli non mancano mai, neppure col solleone), è nata l’idea di allargare quel giro di amicizie e storie personali a tutta la famiglia associativa diocesana attraverso uno scambio di “visite” che è stato un vero momento di grazia per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di poterlo vivere.

A giugno abbiamo avuto gradito ospite un piccolo gruppo di Otranto che ha potuto visitare alcuni luoghi importanti della nostra Diocesi e vivere il pellegrinaggio giubilare a piedi attraverso le quattro Basiliche romane, San Pietro, S. Maria Maggiore, S. Giovanni in Laterano e S. Paolo Fuori le Mura.

Ad ottobre abbiamo ricambiato la graditissima visita in un percorso bellissimo fatto di arte, storia, cultura, sorrisi, gentilezza, cucina, squisita ospitalità, accoglienza, cura, attenzione senza eguali. Abbiamo vissuto momenti di fraternità e di spiritualità in un clima di vera condivisione. E abbiamo sperimentato cosa dovrebbe essere la vita di un cristiano. Non ha senso quel che facciamo se non lo viviamo alla luce di quei “legami che addomesticano e salvano”, come ripeteva la Volpe al Piccolo Principe.

I legami fra noi, il volto bello che ciascuno di noi apre all’altro con un sorriso, devono essere il segno tangibile di una Storia di Salvezza sempre viva, sempre in essere, sempre in divenire. Il volto dell’altro ci svela il Volto del Signore ogni volta che incontriamo un cuore dietro uno sguardo. Ed è questo che abbiamo vissuto nei tre bellissimi giorni di Otranto.

L’Azione Cattolica è un tesoro da custodire non in ossequio alla storia associativa, né per affezione alle nostre convinzioni, né, tantomeno, come una abitudine un po’ stanca. È tesoro da custodire perché ci permette di essere Chiesa nel senso più vero e bello del termine, ci permette di condividere un cammino al di là del tempo, dello spazio, delle distanze fisiche, facendoci incontrare ciò che di più sacro c’è tra le cose di Dio: l’uomo. Far parte di un cammino così bello e ricco significa non sentirsi mai soli, significa abbattere ogni volta gli steccati dei propri orizzonti ristretti, dei propri orticelli un po’ incolti per aprirsi a ventate di speranza, a un fertilizzante che fa fiorire i talenti nella infinita e colorata Vigna del Signore, quella che ogni giorno siamo chiamati a coltivare.

Spero che l’esperienza possa continuare, nei modi e nelle forme che il Signore e la nostra fantasia suggeriranno.

I legami che abbiamo gettato, “costruttori di ponti e scrittori di storie”, non possono restare solo un pio ricordo. Possono diventare il carburante per la storia associativa di ciascuno di noi e per il nostro pellegrinaggio di cristiani con i piedi sulla terra e lo sguardo rivolto al cielo.

Grazie!

 

Elena Agostini - Responsabile per la Formazione dell'Azione Cattolica della Diocesi di Frosinone - Veroli - Ferentino