Di una cosa sola c’è bisogno

Assemblea diocesana   ·   Otranto - Auditorium Porta d’Oriente   ·   28 Settembre 2018

Di una cosa sola c’è bisogno. Lo slogan apre l’Assemblea diocesana e indica la strada da percorrere nell’anno associativo che inizia. È la Parola che Gesù rivolge a Marta nel Vangelo di Luca.

Mons. Arcivescovo, nel commentare il passo del capitolo 10, evidenzia come tale capitolo sia interposto fra la parabola del Buon Samaritano e l’insegnamento della preghiera da rivolgere al Padre (Padre Nostro). Tra la condiscendenza di Dio verso il figlio irrequieto e la risposta amorosa del figlio che si rivolge al Padre: lo loda e lo supplica di liberarlo dal male.

In mezzo la casa di Marta e Maria, una casa accogliente, da cui  parte il messaggio di un amore, diversamente espresso dalle due, ma che comunque rappresenta la base di partenza per l’Associazione: rendere l’Associazione un luogo di ospitale accoglienza.

Si sofferma, poi, sull’atteggiamento di Marta (distolta per i molti servizi) che, rivolgendosi a Gesù, dice: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Il suo atteggiamento viene definito dall’Arcivescovo come: ansia di onorare Gesùgelosia verso Maria;  scandalo per Gesù che non interviene.

Quante volte, come Marta, il buon cristiano, il bravo socio di Ac pecca di eccessiva diaconìa. Marta, come noi, è lacerata, tesa, preoccupata. All’opposto di Maria, che si pone all’ascolto di Gesù e assume un atteggiamento di silenzio verso Marta.  Marta pretende di gestire il Signore. Come noi che facciamo le cose di Dio, ma… non parliamo con Lui. Gesù vuole correggere le preoccupazioni di Marta. Ella deve scegliere il necessario cioè l’incontro personale con il Signore. Un cristiano di Ac non può privarsi del tempo della preghiera. Come Marta, deve fare sintesi della sua vita; ha bisogno di un umile e profondo ascolto della Parola.

Ascoltare è l’inizio di ogni relazione. L’ascolto rende discepoli.  Il Vescovo ricorda la preghiera di Salomone: donami, Signore un cuore capace di ascolto

L’invito, in sostanza, è morire al protagonismo, mentre ci consegna un esame di coscienza: siamo persone di preghiera? Perché preghiera è profezia. È aprirsi all’Amore. È sostare alla presenza di Dio per essere continuamente rinnovati da Lui.

Sollecitato dagli insegnamenti del Pastore, il Presidente invita i soci, in particolare i Responsabili, al discernimento. Che sia fatto insieme. “Gesù non rinnega ma porta a compimento”. Il programmare sia per l’oggi, fatto di azioni concrete. Chiedendoci di essere contagiosi. E lo saremo, egli sostiene, se abiteremo fraternità e comunione intorno alla Mensa Eucaristica ed alla Parola. Perché alla luce dell’essenziale, tutto può risolversi.  E Gesù ha parole di vita eterna.

Infine il Presidente raccomanda di generare nuove vocazioni al servizio educativo.

Il programma dell’anno associativo incentrato sul termine generare, impegna i soci in particolare all’apertura al territorio, attraverso l’analisi dei luoghi in cui viviamo e operiamo, dei bisogni che li caratterizzano, provando a dare a questi una soluzione, attraverso un’azione condivisa con altre realtà presenti. Ancora una volta ci è chiesto di essere lievito, cattolici pensanti, che non possono immaginare di servire Dio senza essere servi dell’uomo.

 

Annibale Elia

Presidente diocesano 1998 - 2005