Falsi miti e luoghi comuni

Festa della Pace  ·  Castri di Lecce  ·  28 Gennaio 2018   - Laboratorio Settore Adulti

“Ecco, finalmente mi trovo in un luogo “differente” ed ascolto parole “differenti”!

È stato questo il pensiero che mi ha accompagnato per tutta la durata dell’incontro organizzato, dal Settore Adulti di Azione Cattolica, in occasione della festa della pace diocesana, svoltasi nella città di Castri di Lecce, il 28 gennaio u.s. A far da cornice alla riflessione, le parole di Pinuccio Frau che ci hanno introdotto ai lavori ed hanno contestualizzato la presenza dei testimoni, lì convenuti, partendo proprio dal messaggio di Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale della pace “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”.

La prima voce che abbiamo ascoltato, pertanto, è stata quella di don Maurizio Tarantino, direttore della Caritas diocesana ed assistente MLAC che, attraverso la presentazione di alcune slides, ci ha aperto gli occhi su come una realtà complessa e certamente tragica, com’è quella dei tanti profughi che giungono sulle nostre terre, sia spesso descritta, semplicisticamente o forse strumentalmente, con delle false notizie, proprio per suscitare nell’animo dei cittadini, diffidenza e, perché no, anche intolleranza e sospettosità. Non si tratta, lo ha ripetuto più volte don Maurizio, di minimizzare le difficoltà contingenti l’accoglienza, che certamente ci sono, ma è necessario, al contempo, in qualità di cittadini europei, ma, soprattutto, di cristiani, “fare la differenza”, porci, cioè in un atteggiamento di ascolto della sofferenza, testimoniare che una realtà sociale costruita insieme ad altri popoli è difficile, ma possibile, avere il coraggio di ribellarsi ad un sentimento sottile, ma purtroppo sempre più diffuso nel mondo, di intolleranza xenofoba e razzista che sta indurendo i nostri cuori e che può vertiginosamente sospingerci verso scenari tragicamente già visti.

La parola è passata, successivamente, a Giorgio, proveniente dal Pakistan e a Mohammed, originario del Ghana, due dei tanti giovani che giungono sulle nostre coste, in cerca di una vita migliore. I ragazzi hanno raccontato le loro storie di vita tormentate, il loro lungo e difficile viaggio per arrivare sino a noi, soffermandosi sui terribili periodi di permanenza in Libia, lì dove, costretti dalla prigionia, hanno subìto torture e maltrattamenti, prima di essere imbarcati su mezzi di fortuna sgangherati e troppo piccoli per contenerli tutti. Hanno condiviso con noi, infine, le tappe del loro percorso di integrazione nelle nostre comunità e i loro sogni per il futuro.

Giorgio e Mohammed hanno speranze e desideri simili a quelli dei tanti giovani, figli della nostra terra del Sud, che purtroppo non riescono a trovare lavoro nei nostri Paesi ed emigrano nel Nord d’Italia, o nel resto d’Europa, per realizzare i loro sogni. Come biasimarli? Non è forse legittimo il desiderio di dare compimento alle proprie vite?

A noi, allora, la responsabilità di mettere questa nuova umanità nelle condizioni di costruire un mondo in cui a fare la differenza non sarà più il colore della pelle, o l’appartenenza ad una diversa lingua o a un diverso credo religioso, ma sarà, piuttosto, la fatica del  dialogo, l’ascolto dell’altro, la condivisione di ricchezze che sono di tutti e che fra tutti vanno ripartite.

 

Chiara Congedo,
Responsabile del Settore Adulti, parr. S. Giuseppe Patriarca - Cutrofiano