Famiglia, palestra "per" la vita

Sinodo sulla famiglia/2

Vorremmo iniziare questa semplice riflessione con una affermazione che ci sembra scontata ma che ci sentiamo in dovere di fare perché a volte abbiamo l’impressione che in alcuni ambienti si veda la famiglia come un soggetto dotato di vita propria, non formato da persone anche profondamente diverse. Ci sentiamo di affermare che la famiglia non è di per sé il soggetto fondamentale dell’evangelizzazione, i soggetti sono i suoi componenti, i singoli cristiani, che hanno come comando fondamentale, sostanziale, quello dell’evangelizzazione. La famiglia allora quale ruolo svolge? Potremmo dire che essa è come il campo di allenamento, la palestra in cui gli atleti si ritrovano per divenire più bravi, imparano a stare in squadra e qualche nuovo “dribbling” da un altro che lo sa fare, insomma, imparano a giocare. È impossibile pensare di imparare a giocare non apprendendo dagli altri, senza maestri. Non si resiste poi alla fatica senza allenamento perché a volte evangelizzare non è un esercizio di poco conto ma una battaglia contro forze avverse che ci sfiancano, che ci suggeriscono di mollare.

Il contenuto dell’evangelizzazione, in teoria, è abbastanza semplice, lo riprendiamo da una affermazione di Enzo Bianchi, è una “chiamata alla conversione e adesione all’evangelo, cioè fede in Gesù Cristo inviato di Dio” e non si può avere fiducia in qualcuno se non ne facciamo esperienza e se non veniamo a contatto con qualcuno che si è e si sta fidando di Lui. Se non troviamo persone che riescono a narrarci l’importanza che ha avuto per loro “questo Gesù”, difficilmente la nostra fede in Lui riuscirà a sbocciare.

Perciò possiamo dire che un primo ruolo è quello di una famiglia che si evangelizza, che fa crescere i suoi componenti nella fiducia nel Signore. I genitori e i nonni attraverso la prima forma di evangelizzazione che è la testimonianza introducono i figli all’intimità con il Signore, con gradualità riescono a far passare messaggi. I figli poi scrutano con particolare attenzione la vita dei “grandi” e la decodificano attraverso i loro comportamenti e i gesti, da qui tutta l’importanza dei piccoli segni usuali (della croce, piccole preghiere, Messa…) che ci ricordano una appartenenza, una figliolanza, un rispetto. La famiglia poi è perenne allenamento a comportarsi come Gesù vorrebbe perché ogni componente “legge” l’altro in ogni momento della sua giornata, nei momenti in cui è presente ma anche durante le sue assenze, attraverso le sue parole ma anche nei suoi silenzi. Quando non ci comportiamo come dovremmo, in famiglia la correzione è normale e di norma accettata più di buon grado rispetto agli appunti che possono venirci mossi da qualsiasi altro, non dimenticando poi che i figli non si vergognano di correggere i genitori.

L’evangelizzazione ha bisogno della continua attualizzazione dei valori cristiani, della scoperta delle parole che oggi Dio ci invia e che dobbiamo intuire attraverso i segni dei tempi per poterlo continuamente narrare. Questo discernimento ha bisogno degli altri soprattutto se diversi da me, e la famiglia ci aiuta ad apprendere punti di vista molto diversi, dati, ad esempio, dallo scarto generazionale. In famiglia gli adulti imparano a vedere Dio all’opera in tante nuove forme grazie ai loro figli e i giovani si sentono inseriti in una storia di salvezza che passa attraverso i loro padri e i padri dei loro padri.

La famiglia è anche un campo in cui si giocano a volte partite legate all’evangelizzazione, ma principalmente essa è terreno di allenamento, i suoi giocatori quotidianamente praticano il loro sport (la vita) su altri campi, alcune volte con i coetanei, a volte con persone del quartiere, a volte in improvvisate competizioni in luoghi impensati. Comunque si va fuori a giocare i match veri! All’esterno si è da soli anche se si può contare su alcuni compagni di squadra, su quello che si è imparato durante gli allenamenti e si ha la certezza che si può ritornare a casa per rifocillarsi e rimotivarsi. Si capisce allora il ruolo fondamentale della famiglia nell’evangelizzazione: insegna i basilari, coniuga sempre parole e azioni, rende visibili tante affermazioni attraverso le prassi e le scelte di vita che si compiono.

Lo stile di vita, le scelte che compiamo come famiglia, sono un ulteriore testimonianza della nostra fede in Gesù che amplifica quanto facciamo come singoli, dobbiamo perciò prenderci cura prima di tutto di ogni componente in quanto ragazzo, giovane, adulto, anziano, perché la sua crescita nella fede faccia crescere anche gli altri componenti della famiglia e, prendendoci cura delle relazioni tra di loro, possano amplificare la testimonianza della bellezza della presenza di Gesù nelle loro vite.

 

di Rita e Stefano Sereni - Responsabili dell’Area Famiglia e Vita dell’Ac
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