Il coraggio di scegliere

XXXVIII Convegno Bachelet   ·   Roma - Domus Mariae   ·   9-10 Febbraio 2018

 

“È possibile rendere il giovane capace di scegliere, e prepararlo ad essere un conquistatore della libertà: educare alla rottura significa allora soltanto educare a effettuare le scelte, non fornire le scelte già fatte.”
 

Con queste parole Giuseppe Lazzati (1909 - 1986), educava il giovane - ma anche l’adulto del suo tempo, a compiere scelte finalizzate alla cura, alla tutela e al graduale processo di costruzione del bene comune.

Non di meno lo avrebbe fatto anche per gli uomini dei nostri giorni, che antepongono il benessere del proprio Io e la moralità personale, al senso di appartenenza ad una comunità sociale caratterizzata da regole per il benessere collettivo e la costruzione di legami.

Lazzati conosceva bene il suo Paese tanto da scegliere in prima persona di partecipare all’opera di ricostruzione della vita civile nel secondo dopoguerra.

A riguardo, è proprio uno dei lavori di questo grande politico e intellettuale del Novecento, militante in Azione Cattolica, a dare il titolo al XXXVIII Convegno Bachelet tenutosi a Roma il 9 e 10 Febbraio presso la Domus Mariae, al quale ho avuto l’onore di partecipare come membro dell’équipe diocesana del Settore Giovani di AC e come giovane tra i giovani che vive quotidianamente il territorio e nel territorio, un giovane che vuole essere il protagonista delle dinamiche dei suoi spazi per la cura del bene comune.

Con me, Sabrina Esposito, Incaricata regionale del Settore Giovani per la Puglia. Insieme abbiamo affrontato questa bella esperienza di formazione.

Il Convegno “Azione Cattolica e azione politica. (cfr. G. Lazzati, Cronache Sociali) Centocinquant’anni di impegno per il Paese” è stato promosso dalla Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e dall’Istituto “Vittorio Bachelet” in collaborazione con l’Istituto Paolo VI.

Giunto ormai alla trentottesima edizione, il Convegno si è collocato all’interno delle iniziative in ricordo dei 150 anni dalla nascita dell’Azione Cattolica Italiana.

Diversi autorevoli relatori si sono susseguiti nell’arco di questi due giorni, a cominciare da Matteo Truffelli - Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Paolo Trionfini - Direttore dell’Istituto Paolo VI, Marta Margotti - Università di Torino, Raffaele Cananzi - Presidente dell’Istituto per la Storia dell’Azione Cattolica e del Movimento cattolico in Italia, Gian Candido De Martin - Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Vittorio Bachelet, Giuseppe Elia - Presidente nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, Paolo Nepi - Università “Roma Tre”, Marco Ivaldo - Università “Federico II” - Napoli, Beatrice Draghetti - Presidente dell’Ente di formazione “Fondazione Opera Madonna del Lavoro”.

Tutti, hanno delineato una continuità storica dell’Associazione, a partire dal Non expedit, con cui Pio IX considerava inaccettabile per i cattolici italiani partecipare alle elezioni politiche del Regno d'Italia, sino al postfascismo; dal Concilio Ecumenico Vaticano II all’avvento della Democrazia Cristiana, fino ad arrivare alla partecipazione cattolica dei nostri giorni.

Una storia dunque lunga centocinquant’anni, resa gloriosa dall’attivismo di uomini e donne che con il loro instancabile lavoro si sono spesi per l’Italia e si sono impegnati nel sociale portando come vessillo lo stile di AC immersa nel territorio.

Siamo stati resi partecipi delle scelte culturali e pedagogiche della nostra Associazione nel panorama della crescita democratica. Scelte che si sviluppano all’interno del percorso di partecipazione dei laici, propostoci da papa Francesco nella politica del servizio - “fate politica con la P maiuscola”.

Una politica che aveva e che deve necessariamente avere a cuore la vita delle persone, una bella politica che risponde alle domande poste dal contesto storico in cui opera attraverso la ricerca continua di dialogo[1].

Una politica simbiotica al servizio di carità incarnata nella fede, che spinge all’azione concreta sancita dall’Apostolicam Actuositatem nella quale si riconosce l'importanza del laicato all'interno della Chiesa cattolica, e descrive la vocazione dei laici come adempimento della missione di evangelizzazione.

È possibile allora costituire una nuova azione politica costruendo dei processi di cambiamento.

Ciò che vorremmo trasmettere è la possibilità, come soci di Azione Cattolica, che è presente in modo capillare sul territorio, di dare il nostro contributo formando alla passione per il bene comune con la consapevolezza che il credente deve sentirsi responsabile del luogo in cui vive, cogliendo a pieno la realtà del tempo fatta di bisogni e risorse.

Abbiamo bisogno di persone che creino alleanze, che siano capaci di mettere insieme il tessuto sociale con generosità.

Ciò mi richiama alla mente il pensiero aristotelico dell’uomo inteso come “animale sociale” che tende poi, a costituirsi e ad esprimere il proprio essere in una società partecipativa.

Abbiamo bisogno di buoni cittadini che “formulino proposte buone per la vita del Paese, che mirino a due specifiche priorità: l’integrazione dei poveri e la costruzione della Pace”[2].

Abbiamo bisogno infine di compiere delle scelte di fondo mirate, e di starci dentro… con coraggio!

 

Michele Scalese

Membro dell’Équipe diocesana del Settore Giovani di Ac
Presidente parrocchiale “San Michele Arcangelo” - Noha

 

 

[1] Matteo Truffelli, relazione “Una politica con la P maiuscola”.

[2] Ibidem