Un'Ac "in uscita", lunga come l'Italia

I sedici incontri regionali

Sono 5.509 associazioni. 5.509 esperienze che si spendono nella comunità e sul territorio. Vogliamo partire da qui. Da un dato concreto e non scontato. Ad ottobre comincia l’incontro della Presidenza nazionale di Azione cattolica con le regioni che porterà a vivere momenti di dialogo e confronto con i consigli regionali e i presidenti e assistenti parrocchiali nelle modalità che ogni regione predisporrà.

Il desiderio è quello di incontrare e raccontare un’associazione nazionale che, accogliendo il mandato del Papa, serve la comunità con «entusiasmo apostolico». Questo entusiasmo vogliamo raccontare!

L’invito del Papa. Ripartiamo dal 3 maggio 2014. In quell’occasione, fu semplice e diretto come sempre papa Francesco rivolgendosi ai presidenti e agli assistenti parrocchiali di Ac: «Queste parrocchie hanno bisogno del vostro entusiasmo apostolico, della vostra piena disponibilità e del vostro servizio creativo. Si tratta di assumere il dinamismo missionario per arrivare a tutti, privilegiando chi si sente lontano e le fasce più deboli e dimenticate della popolazione. Si tratta di aprire le porte e lasciare che Gesù possa andare fuori. Tante volte abbiamo chiuso Gesù nelle parrocchie con noi, e noi non usciamo fuori e non lasciamo uscire fuori Lui! Aprire le porte perché Lui vada, almeno Lui! Si tratta di una Chiesa “in uscita”: sempre Chiesa in uscita».

Aperture, porte, lasciar uscire. E allora vogliamo raccontare di porte spalancate, di serrature forzate, vogliamo raccontare la pazienza di aprire una piccola fessura in attesa che la comunità forse troppo timida, possa prendere coraggio e spingersi oltre; vogliamo raccontare di porte forse ancora chiuse, ma di laici che non smettono di “pennellare profeticamente” olio sui cardini, perché quando arriverà il tempo la propria Chiesa locale possa vivere slancio e apertura. Insomma vogliamo raccontare di associazioni all’opera, in un servizio fedele e creativo, qualche volta faticoso, impegnate ad «aprire le porte», perché, come direbbe papa Francesco, «Gesù possa andare fuori» sui territori, tra la gente, per le strade.

Ripercorrere l’Italia dei 5.509 gruppi associativi di Ac è per tutta l’Azione cattolica andare alla radice della “scelta popolare”, valorizzata nella sua peculiarità anche dal Papa: «Questo stile di evangelizzazione, animato da forte passione per la vita della gente, è particolarmente adatto all’Azione cattolica, formata dal laicato diocesano che vive in stretta corresponsabilità con i Pastori. In ciò vi è di aiuto la popolarità della vostra associazione, che agli impegni intraecclesiali sa unire quello di contribuire alla trasformazione della società per orientarla al bene».

Discernimento e racconto. L’incontro con i consigli regionali sarà lo spazio per un autentico esercizio di discernimento, alla luce dell’enciclica Evangelii gaudium.

Sarà un momento in cui metterci in ascolto attento delle realtà e della vita delle persone dei nostri territori, avendo occhi per sorprendersi (non solo spaventarsi o peggio ancora lamentarsi) di una realtà che interpella la nostra associazione e la invita a ripensarsi per poter rispondere alla sua missione di annuncio del Vangelo.

Ci racconteremo le sollecitazioni che emergono nel contesto odierno, quali “sfide formative” nuove l’Ac sta accogliendo o potrebbe accogliere e attraverso quali percorsi e proposte.

Passando da regione a regione ci interrogheremo sulle potenzialità e le fragilità che l’Ac legge nei territori e che avrebbero bisogno di una presenza associativa in termini formativi e di proposta culturale. Guarderemo a come l’Ac, in questo esercizio di discernimento, coinvolge, nello spirito di comunione ecclesiale e di rete, anche altre realtà facendosi promotrice di tavoli di lavoro comune con tutti i soggetti del territorio sui grandi temi dell’impegno civile e sociale come la pace, la condivisione con i più poveri, la legalità, il lavoro, la scuola, la famiglia.

Vogliamo raccogliere tutte le buone prassi in un “libro bianco” che racconti la bella esperienza di Chiesa che viviamo in Ac, esperienza di gioia e gratuità non scontata. Vogliamo rendere visibile come l’associazione, coerentemente alla propria storia e in continuità al Concilio, continui a offrire ai propri soci luoghi, esperienze e strumenti per vivere una fede incarnata nella storia. Vogliamo dire, con sana fierezza, che l’esperienza associativa è, per la società civile, luogo di elaborazione culturale e impegno per il bene comune.

Mettersi in ascolto. All’interno di questo racconto vogliamo dare voce, in un momento pensato ad hoc per loro, ai presidenti e gli assistenti parrocchiali che vivono una fedeltà quotidiana alla Chiesa locale. Per la Presidenza nazionale vuole essere un momento prezioso di ascolto.

I presidenti parrocchiali sono espressione di quel vivere «perdendosi nella Chiesa», un vivere da «dedicati» come dice il nostro Progetto formativo. Sono il volto dell’Ac, segno di quella disponibilità a servire la propria Chiesa, nel dialogo con i parroci, nei cammini diocesani, accettando di rispondere alle esigenze che la propria comunità presenta; espressione di quel legame spirituale e affettivo che «dice impegno concreto, dice servizio che nasce dall’amore e si alimenta di corresponsabilità con cuore di figli» (cfr. l’Introduzione allo Statuto di Ac).

Vogliamo condividere con loro, dunque, una riflessione sul servizio dell’Azione cattolica nelle comunità e in collaborazione con i parroci e sul modo con cui ancora oggi l’associazione può essere segno profetico nella realtà ecclesiale e sul territorio. Accogliendo le sfidenella fedeltà all’identità associativa.

 

di Maria Grazia Vergari Editoriale a Segno nel mondo n.10/ottobre 2015