Convegno Educatori ACR 2015 · Roma · 11 - 13 Dicembre 2015
“All’altezza del loro cuore. Con i piccoli: trasfigurare l’umanità e abitare la città”. Questo è il titolo del convegno nazionale che ha visto protagonisti responsabili ed educatori ACR dall’11 al 13 dicembre scorsi, a Roma presso la Domus Pacis. Un’esperienza favolosa che ci ha aperto il cuore e la mente, proiettandoci verso nuovi orizzonti. Conoscere le altre realtà e condividere gli stessi ideali; unirsi nell’Amore infinito per Colui che ci guida e ci usa come strumenti e ci fa essere all’altezza del loro cuore.
Il programma dei tre giorni è stato pieno di impegni ed organizzato nei minimi dettagli: dall’organizzazione degli spazi ai momenti di convivialità, ai momenti di preghiera e agli spostamenti in città.
Il centro del convegno è stata l’attenzione ai più piccoli di tutte le comunità d’Italia.
Come può un educatore entrare nel mondo dei piccoli e indirizzarli alla conoscenza di Gesù, educarli alla fede attraverso la testimonianza di chi lo incontra ogni giorno?
Ho scelto di partecipare ai lavori della sezione “La famiglia culla della vita e dell’amore” perché credo che il miglior modo per entrare nel mondo dei più piccoli sia coinvolgere e creare una rete con le loro famiglie.
Il convegno è stato introdotto da Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara e Padre sinodale, che ci ha raccontato l’esperienza vissuta all’interno del Sinodo sulla Famiglia e di come abbia fatto il giro del mondo in 20 giorni avendo incontrato tanti vescovi provenienti da ogni dove.
Monsignor Brambilla ha affermato che la Chiesa deve diventare una famiglia di famiglie e che non bisogna mirare alle persone, ma alle relazioni che le persone instaurano; ed ecco che la famiglia diventa la culla dell’amore e delle relazioni, perché è fatta di tutto questo; basti pensare ai legami interni: marito - moglie, genitori - figli, fratelli - sorelle. Una società che non tiene conto delle persone e delle loro relazioni, si condanna. A noi educatori è chiesto di conoscere le famiglie dei ragazzi, per darci la possibilità di entrare in relazione con loro.
Monsignor Brambilla ha concluso il suo intervento consegnandoci tre parole chiave: inclusione, accompagnamento e integrazione. Includere le famiglie irregolari, accompagnare a vivere insieme e integrare chi vive situazioni di disagio. Va ricostruito il triangolo famiglia - scuola - parrocchia; solo così saremo in grado di entrare in contatto con i ragazzi.
Un’altra indimenticabile testimonianza è stata quella di Massimiliano e Manuela De Foglio, una famiglia della Diocesi di Avezzano, composta da sei persone: loro due e i loro quattro meravigliosi figli.
Nei loro 13 anni di matrimonio sono stati sempre una famiglia aperta. Ma aperta a chi? Prima di tutto a Gesù e già da fidanzati erano in tre; raccontano che non si sono mai sentiti soli e sono i testimoni di un amore che si moltiplica. Nella loro testimonianza sono risuonate cinque parole chiave. La prima è USCIRE: superiamo la tentazione di crearci degli alibi per non uscire, perché stando chiusi corriamo dei rischi. E allora perché uscire? Per guardare, per incontrare e per ascoltare.
La seconda parola è ANNUNCIARE: la gente ha bisogno di gesti e parole che indirizzano la loro esperienza verso Dio. La famiglia ha una grande capacità di annuncio delle piccole cose e della quotidianità.
La terza parola è ABITARE: la vita si rinforza donandola. Abitare la casa per arrivare ad abitare il mondo.
La quarta parola è EDUCARE: la famiglia contribuisce al bene comune grazie al suo potere educativo. Il volere la felicità di chi ci sta accanto, ci aiuta ad indirizzarlo all’amore.
La quinta e ultima parola è TRASFIGURARE: tutti i genitori vogliono la felicità per i propri figli. La felicità vera non è dare delle cose, ma dare una persona e questa persona è Gesù. Farglielo incontrare sarà per loro una gioia senza fine. E per farlo basta poco: andare a messa insieme tutte le domeniche, pregare prima dei pasti, aiutare i figli a dire grazie; tutto questo dà loro una speranza. La famiglia è il primo luogo dove imparare la liturgia. Quando la famiglia prega, entra in un’altra dimensione, è in piena grazia ed entra in stretto contatto con Dio.
Infine Massimiliano e Manuela ci lasciano con tre prospettive: scegliere i poveri, creando dei momenti in cui i ragazzi incontrano delle persone in difficoltà anche se questo comporta una buona preparazione; coinvolgere le famiglie all’interno della pastorale; infine, mettere in rete le famiglie.
Nel pomeriggio abbiamo incontrato Sergio Perugini, membro della Commissione nazionale valutazione film - CEI che ci ha dato degli ottimi consigli sul mondo dei piccoli nel linguaggio cinematografico e televisivo. Il film ci aiuta ad affrontare tanti temi con la leggerezza offerta dalla possibilità di farlo attraverso uno schermo.
In ultimo, e non per questo meno importante, la Responsabile nazionale dell’ACR, Anna Teresa Borrelli ha concluso e chiuso il convegno condividendo con noi le sue considerazioni.
L’esperienza associativa è fatta di missionarietà e l’Azione Cattolica è esperienza di uscita. Ogni giorno siamo chiamati a leggere le cose alla luce del Vangelo. Dobbiamo leggere con intelligenza e andare, uscire.
Teresa ci ha consegnato quattro temi importanti per essere all’altezza dei cuori dei ragazzi, ricordando che solo se mi abbasso posso entrare nel loro cuore.
Innanzitutto il tema dell’apertura e del dono: quando ci apriamo agli altri, andiamo al di là di noi stessi, perché siamo dono per gli altri.
Poi quello della coscienza: bisogna sempre proporre una maggiore consapevolezza di sé. Dobbiamo gioire, dobbiamo lodare, dobbiamo “esistere volentieri”. Dobbiamo avere il senso della collaborazione e della corresponsabilità.
Quindi il tema della libertà: il processo educativo è un processo di liberazione.
Ed infine il tema della trascendenza: dobbiamo essere aperti al mistero di Dio. Se saremo aperti alla trascendenza e al mistero, saremo degli adulti e dei giovani veri. L’ACR non esiste se non ci sono dei giovani e degli adulti radicati in Cristo.
La giornata di sabato si è conclusa con la veglia di preghiera in compagnia di Monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. I temi della preghiera quali la fede, la speranza e la carità hanno fatto da scenario a tre simboli importanti: il battesimo come porta della fede, il perdono come porta della speranza e il fratello come porta della carità.
Il convegno si è concluso con la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana, Monsignor Mansueto Bianchi, nella Chiesa della Santa Croce in Gerusalemme, “casa” della nostra amata Antonietta Meo.
Monsignor Bianchi ci ha ricordato che dobbiamo gioire e che ognuno di noi è la gioia di Dio e non possiamo soddisfare questa gioia se non tutti i giorni nel Suo nome. La nostra vita è fatta anche di sofferenza, e guai se così non fosse. Ma è nella sofferenza che il cristiano incontra Dio più da vicino. Perciò coloriamo di cielo la nostra vita e siamo grati a Dio per averci voluti come Suoi figli.
Daniela Gemma - Responsabile ACR della parrocchia Maria Ss.ma Assunta di Sternatia