I ragazzi di Puglia tra memoria e frontiera

Convegno regionale degli educatori ACR   ·   Fasano   ·   10 Aprile 2016

“È un mondo nuovo. I ragazzi di Puglia tra memoria e frontiera”, questo il titolo del Convegno regionale che domenica 10 aprile ha visto impegnati circa duecento educatori di ACR convenuti a Fasano da tutta la Puglia.

Protagonisti assoluti della giornata, i ragazzi, oggi spesso considerati più che cittadini del mondo consumatori dello stesso.

Il professor Michele Illecito (Docente di Storia della filosofia) e Don Jean Paul Lieggi (Teologo), nelle prime ore del convegno, hanno consegnato ai presenti una frizzante fotografia della società odierna in cui gli educatori sono  chiamati ad essere testimoni del Risorto ed annunciatori della buona novella, soffermandosi, in particolare, prima sul valore della Tradizione nella nostra società e della memoria e poi sulla diversità-alterità.
Il professor Illecito nel suo intervento ha spiegato come la  società oggigiorno è appiattita sul presente, sganciata dal passato, consumistica, liquida ed inaffidabile in cui, spesso, viene ucciso il “Padre” detentore della tradizione e della legge, nella quale l'educatore di ACR è chiamato ad essere adulto credente e  credibile che possa e sappia veicolare la fede consegnando valori e non cose.
In un secondo momento il professor Illecito si è soffermato su un altro tema molto attuale: quello della diversità e dell'alterità. Il professore ha spiegato come oggi l'Io viene sempre e comunque prima dell'Altro “non tenendo conto che Io, senza l'altro, non sono niente”.
Ciò genera un rischio elevato, quello di considerare l'altro privo di valore e dignità e allora, come spesso si vede in televisione, l'altro diventa il nemico che fa paura, contro il quale innalzare muri, oppure verso il quale rispondere semplicemente con l'indifferenza o, peggio ancora, con l'odio.
Occorre considerare, allora, che “l'altro, altro non è che l'altra parte di me” e che Dio non ci ha creati per noi stessi ma per l'altro.

Don Jean Paul Lieggi ha affrontato il tema della tradizione e della memoria con l'ausilio di una semplice allegoria: quella della pianta.
La tradizione non è qualcosa di vecchio e morto, è qualcosa di vivo, che cresce ma che è ben radicata nel passato come una pianta che, avendo radici ben piantate nel terreno, fa nascere sempre qualcosa di nuovo.
Gesù rappresenta le radici del cristiano ed è sempre lui la risposta giusta a tutte le domande. L'educatore ACR è chiamato a “prendere” da Gesù, ad essere radicato in lui consegnando agli altri qualcosa di vivo, che non è cominciato con lui e che deve continuare anche senza di lui.
Don Jean Paul ha poi declinato il suo intervento sulla diversità-alterità sottolineando come il rapporto Dio - Uomo metta in evidenza la più grande delle alterità.
L'alterità è in Gesù (ce lo spiega l'Incarnazione) ed è soprattutto in Dio, uno e trino: il Padre non è il Figlio e non è lo Spirito Santo, sono tre ma sono anche un Dio solo ed è questa la forma più alta per dire che l'altro è parte di me. La spiritualità, allora, chiama ad estraniarsi cioè a tendere verso l'altro.

Dopo una pausa, degna di un Pranzo domenicale con la P maiuscola, gli educatori hanno partecipato ai focus group suddivisi in due ambiti:

  • L'alterità, l'accoglienza e l'integrazione nel mondo dei ragazzi.
  • La Tradizione e le tradizioni: la riscoperta e la valorizzazione del significato culturale delle tradizioni religiose dei nostri paesi che sono parte fondamentale della nostra identità, del passato e del futuro dei bambini e dei ragazzi della Puglia.

 

Clara Caracuta, Responsabile parrocchiale ACR - Bagnolo del Salento