Festa della Pace · Scorrano · 29 Gennaio 2017
È questa l’espressione che più e meglio sintetizza la riflessione personale (condivisa con altri amici) sugli ultimi mesi di vita associativa, trascorsi quasi interamente nella preparazione della Festa della Pace 2017. Mi auguro abbia lasciato il segno nei tanti che hanno raggiunto Scorrano lo scorso 29 gennaio, sia personalmente che virtualmente attraverso la diretta streaming, l’ultima sfida affrontata insieme agli amici del gruppo comunicazione diocesano.
L’aspetto che più mi ha colpito è proprio questo: la serena e unanime “gestione” dell’adrenalina e della tensione dovute alle tante cose fare, al tempo che trascorre inesorabile e impietoso, al meteo che promette di mandare in fumo il lavoro fatto e che ti costringe a predisporre anche un piano “B”, ai tanti adempimenti burocratici che debordano dai taccuini degli appunti, ai colori della scenografia che inspiegabilmente si alterano e non sono quelli desiderati.
È inusuale che tutta questa “pressione”, oltre l’immaginabile, non solo non si sia tramutata in screzi, litigi, malumori, risentimenti, ma addirittura abbia cementato i rapporti interpersonali e quelli tra i vari settori e tra le varie associazioni cattoliche e laiche.
Se tutto questo è accaduto - e dovete credermi sulla parola è davvero accaduto - è perché la “valvola di sfogo” è stata quella giusta: la comprensione reciproca, frutto delle relazioni vere ed autentiche costruite nel corso degli anni che hanno trovato il loro humus nel forte desiderio di debellare quelle “anomalie” caratteristiche di un passato che, sebbene assai recente, la bella AC di questi giorni ha reso preistoria e che difficilmente potrà ritornare.
Ciascuno ha saputo tacere quando era necessario farlo, ha saputo parlare quando era necessario consigliare, a volte anche consolare, ha saputo dimenticare la suddivisione dei ruoli quando era indispensabile “soccorrere” chi più aveva bisogno di recuperare, ma soprattutto ha saputo comprendere tutte le volte in cui non c’era altro da fare.
In sintesi, ritengo che l’Ac parrocchiale in questa occasione abbia saputo ben incarnare quella definizione che Don Tonino Bello ha dato degli uomini: “Angeli con un'ala soltanto” poiché ciascuno ha abbracciato l’altro, certamente a volte anche con fatica.
Tutto ciò ha fatto sì che tutti spiccassero il volo, invece di strisciare faticosamente ed affannosamente dietro a personalismi ed egocentrismi che, assai spesso, sono la zavorra delle nostre associazioni.
Pino MARIANO,
Resp. parr. Settore Adulti, Trasfigurazione del Signore - Scorrano