Per ridare ossigeno al lavoro

Fisco, formazione, appalti. Da Cagliari, le proposte della Chiesa italiana

Sarà il confronto con il premier italiano Gentiloni e con il presidente dell’Europarlamento Tajani a chiudere domenica la Settimana sociale di Cagliari, sul tavolo una serie di proposte concrete in materia di formazione, fisco e appalti «etici», in parte già “cantierabili” nella legge di bilancio attualmente in discussione: si va dai piani individuali di risparmio da ampliare, dalla rimodulazione della pressione fiscale a partire dalle famiglie, alle norme a sostegno della piccola e media impresa (Pmi) al superamento del criterio del “massimo ribasso” negli appalti pubblici, come chiesto anche da papa Francesco. Come segnalato da alcuni commentatori, non si entra, per ora, nella spinosa materia dei contratti di lavoro e nel campo minato delle pensioni, ma si preannuncia comunque molto ricco, molto concreto, il paniere di proposte che la Chiesa italiana porta all’attenzione delle istituzioni politiche e di governo nazionali e internazionali.

Anticipato dall’Instrumentum laboris e rivendicato dal presidente della Cei, il card. Bassetti, il “Piano di sviluppo per l’Italia” emerge tra le pieghe della Settimana sociale dalla discussione dei delegati, dai 90 tavoli “di ascolto e confronto” che vedono protagonisti laici e religiosi, studenti e insegnanti, imprenditori e dipendenti. La sinodalità che si fa racconto delle “buone pratiche”, esercizio di progettazione del lavoro che vogliamo. Perché se l’occupazione è il focus dell’appuntamento cagliaritano – “la precarietà uccide” (ha detto papa Francesco) - l’obiettivo più ampio è quello di cambiare i paradigmi di un’organizzazione della produzione e del commercio che subordinano gli interessi del consumatore a quelli del lavoratore, come va sottolineando da tempo l’economista Leonardo Becchetti, uno degli artefici di questa Settimana sociale.

In tal senso, lo stesso Instrumentum laboris fa esplicito riferimento a una serie di misure per una crescita rispettosa dell’uomo e dell’ambiente, dalle quali emerge lo sforzo di saldare la pastorale sociale con una corretta analisi economica. Le stesse “buone pratiche” presentate a Cagliari sono state individuate dal Comitato, e proposte come esempio, in base al criterio della “generatività”, ma, prima di tutto, in quanto sono imprese «che sanno stare sul mercato». Soggetti che se mai chiedono alle istituzioni di rimuovere gli ostacoli che impediscono di fare impresa e creare lavoro, come ad esempio il carico fiscale e i tempi della giustizia civile.

Se è vero che la stagione delle riforme è comunque in corso da Cagliari è già in arrivo un invito ad accelerarle, a partire dalla riduzione del cuneo fiscale, per arrivare al Codice degli appalti: la direzione della riforma, che ha spostato il discrimine dal massimo ribasso all’offerta economicamente più vantaggiosa, è quella giusta; ora - è il messaggio per Gentiloni - si tratta di fare un passo in più e di prendere in considerazione anche la sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni, introducendo dei “criteri minimi” per riallineare - come da più parti sottolineato - le politiche keynesiane al «lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale» che concretizza l’antropologia cristiana in economia.

Un altro punto riguarda la formazione tecnica e professionale. Per evitare, come è stato scritto, che «una scolarizzazione senza specializzazione crei disoccupazione» e riempire quei 258mila posti di lavoro attualmente vacanti, dalla Settimana sociale si chiede «un grande investimento nella formazione professionale» e in particolare sugli Its, perché - si sottolinea a Cagliari - sono gli unici a garantire uno sbocco occupazionale all’80 per cento dei diplomati, malgrado ricevano dallo Stato solo 13 milioni all’anno contro i sette miliardi trasferiti al sistema universitario. Il messaggio per il governo è: torniamo a considerare la formazione dei giovani un vero e proprio investimento, ma investiamo di più dove rende.

A proposito di rendimenti, il successo dei Piani individuali di risparmio (Pir) dà il destro per chiedere al governo di allargarne i destinatari. Oggi le Pmi italiane «sono sottorappresentate nell’accesso ai fondi pubblici e una delle nostre proposte riguarderà proprio questo», ha detto nel suo intervento Becchetti. Tuttavia, se la richiesta dell’Instrumentum laboris di un «cambio di approccio della regolamentazione bancaria europea ed internazionale» rientra tra le riforme “strutturali”, la proposta di rivedere i Pir andando oltre le Pmi quotate ha una gittata più immediata, tant’è vero che la Legge di Stabilità apre alle società del settore immobiliare, sperando di riavviare il volano delle costruzioni.

Infine, il fisco. Poiché il tentativo è quello, più volte dichiarato, di riformulare il paradigma spostando il baricentro dal mercato al lavoratore, la proposta più importante su cui dovranno confrontarsi Gentiloni e Tajani, Italia ed Europa, diventa quella della rimodulazione fiscale, che probabilmente investirà anche l’Iva. Si pensa, ad esempio, a un’imposta differenziata per prodotti e processi produttivi “buoni”, purché ovviamente siano certificati.

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«Un grande piano di sviluppo per l’Italia», partendo dalla famiglia e dalla cura del territorio. L’adozione del “fattore famiglia” nel sistema fiscale. Ma anche più asili nido e una organizzazione del lavoro che aiuti a coniugare i propri impegni professionali con i tempi da dedicare alla famiglia e alla cura delle persone più fragili. Così il card. Bassetti nel suo discorso inaugurale della Settimana sociale, a Cagliari dal 26 al 29 ottobre. E poi quel suo «basta chiacchiere» che riassume più di ogni altra espressione la preoccupazione dei vescovi italiani, che da tempo ormai con chiarezza parlano di «situazione drammatica», specialmente nel sud Italia, quando si riferiscono al lavoro o meglio alla sua assenza e alla sua precarietà. Prima del presidente della Cei, la denuncia e l’appello di papa Francesco nel suo accorato video messaggio che ha aperto l'assise: «Lavoro nero e precarietà uccidono, senza occupazione non c’è dignità. Siate lievito sociale».

Testo del video Messaggio di papa Francesco
Intervento del card. Gualtiero Bassetti

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A Cagliari dal 26 al 29 di ottobre, la 48esima Settimana sociale dei cattolici è una straordinaria occasione dedicata ai temi legati all’occupazione nel nostro Paese. E che non sarà un mero esercizio teoretico si evince anche dal fatto che domenica 29, in chiusura del simposio, davanti al premier Gentiloni saranno presentate quattro «proposte concrete» da «affidare al Paese». Si tratta di proposte su «quattro temi molto precisi, ma che potranno essere arricchite e probabilmente anche ampliate dal dibattito», ha spiegato nei giorni scorsi Sergio Gatti, vicepresidente del Comitato scientifico. Non ci sarà comunque niente di già preconfezionato perché a Cagliari sarà «un cantiere aperto», ha rimarcato mons. Santoro, presidente del Comitato scientifico. I temi delle quattro proposte concrete, ha spiegato Gatti, riguarderanno quattro ambiti: la formazione; il nuovo lavoro, con riferimento alla cosiddetta “gig economy” e al pericolo del caporalato digitale, processi che «vanno governati, non subiti»; i nuovi modelli di vita, con la necessità di «suddividere il nostro tempo liquido, riconoscendo la distinzione tra lavoro tradizionale e lavoro di cura»; e infine l’Europa, «come nostra casa comune, unica modalità con cui possiamo realmente affrontare le sfide di un mondo sempre più globalizzato». Ampio spazio alle buone pratiche e al progetto Cercatori di LavOro. Buoni esempi da coltivare e imitare per chi ha a cuore il lavoro e la costruzione del bene comune. Ai lavori della Settima sociale partecipa anche l'Ac, con una nutrita rappresentanza associativa guidata dal presidente Truffelli.

 

Programma della Settimana sociale

 

dal sito  http://azionecattolica.it