Compagni di strada

Sabato, 21 Novembre, 2015

Lettera agli 'accompagnatori' nel cammino della fede

“Accompagnare e formare alla fede non è un ministero che possiamo apprendere con qualche ora di tirocinio e con i nostri più sinceri slanci di generosità: la buona volontà e le buone intuizioni non bastano o, per lo meno, non bastano da sole. È necessario un adeguato livello di maturità umana e relazionale che consenta all’altro di crescere in ogni dimensione del suo essere.

       D’altra parte, se l’obiettivo non è insegnare o trasmette qualcosa, ma accompagnare i fratelli nel Signore, non possiamo fare a meno di rapporti umani autentici e trasparenti che consentano di essere e comunicare con l’altro per condividere un comune progetto di vita.

       Nella sua essenza più propria, il nostro ministero è un dono dello Spirito - un carisma appunto - che possediamo non per noi stessi, ma per il bene di ciascuno e di tutta la comunità, un frammento dell’infinita fantasia di Dio da mettere a disposizione degli altri dando sostegno e orientamento ad esistenze tanto sazie di informazioni quanto fragili nel saperle interpretare, spesso sballottate per ogni dove o costrette in vicoli di solitudine.

            Prima di ogni tecnica e al di qua di ogni strategia, è perciò essenziale curare la nostra vita relazionale nell’orizzonte di un’esperienza di fede da rinnovare ogni giorno e da riferire sempre più profondamente al mistero dell’amore di Dio”.

 

(Da: Compagni di strada, pp. 12-13)