Con lo spirito di chi desidera "iniziare processi"

Questione Gender

In una stagione densa di provocazioni culturali ma anche di contraddizioni è innanzitutto necessario scegliere uno stile. L’indicazione di Francesco che invita a dare priorità al tempo iniziando processi più che possedere spazi (EG 223) risulta particolarmente illuminante di fronte a sfide forti e complesse come è la questione “gender” in questo momento. La Presidenza nazionale di Azione Cattolica, anche grazie all’ascolto della sua capillare rete di responsabili nonché delle tante sollecitazioni provenienti dal contesto ecclesiale e socio-culturale, ritiene che sia fondamentale impegnare risorse per attivare un processo. Il Centro Studi dell’Azione Cattolica Italiana ha pertanto sviluppato questo tema di riflessione, certamente non l’unico a cui ridurre la più ampia riflessione intrasinodale sulla famiglia[1]. Da qui è partito un primo processo fatto di ascolto, letture, confronti tra esperti di diverse discipline, a conferma che il tema è assai complesso e afferente a diverse aree della questione antropologica. Un primo elemento di quadro sul quale si è convenuto per poi dare forma e ordine alle altre questioni è stato quello relativo al valore delle differenze la cui cancellazione, afferma il Pontefice, è il problema, non la soluzione. Questo punto ha dato il titolo a tutto il contributo: ‘Per la convivialità delle differenze – un contributo alla riflessione sul gender’. In questa cornice si collocano alcuni convincimenti fondamentali:

  • la decisività della cura dello stile con il quale procedere nel dialogo su questi temi, nei quali vengono toccate le dimensioni più delicate del nostro essere persone, desiderose di riconoscimento, impaurite dall’esperienza della solitudine, animate dall’anelito di vita e di pienezza.
  • La promozione della famiglia come unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio, aperti alla vita.
  • Il rifiuto metodologico di posizioni acriticamente ideologiche.

I convincimenti di merito e di metodo derivanti dalla fede non precludono al dialogo, ma come scrive Francesco nell’enciclica Laudato si’ (64), possono “offrire ai cristiani, e in parte anche ad altri credenti, motivazioni alte per prendersi cura della natura e dei fratelli e sorelle più fragili” e dunque spingerci ad accogliere quelle domande e tematiche che nel dibattito pubblico si è ormai soliti raccogliere sotto l’etichetta“questione gender”.

Il contributo del Centro Studi individua cinque questioni che possono essere ricondotte a due decisive: la relazione con il corpo proprio e la relazione di reciprocità uomo-donna. Per poterle trattare però sono necessarie alcune condizioni che vengono riassunte in alcuni Sì/No da pronunciare, grazie ai quali si può aprire una via di confronto non banale.

Il testo è volutamente sintetico perché non intende essere l’oggetto di cui si discute, ma lo strumento per interrogarsi sul tema, sapendo di essere in un contesto ecclesiale e culturale che ha bisogno come l’aria di confronti profondi e seri in grado di divenire un aiuto per donne e uomini coinvolti nell’avventura imprevedibile della vita.

Al termine dunque non si tirano le somme, ma si invita a attivare o riattivare processi capaci di accompagnare e alimentare una profonda e diffusa mobilitazione culturale nei diversi territori, negli ambiti che si ritengono più urgenti e bisognosi di rinnovate energie morali e intellettuali: i percorsi educativi, la formazione degli adulti, l’educazione all’affettività e tanti altri temi.

Il Centro Studi si impegna a rilanciare idee e a sostenere, soprattutto in questo tempo di Chiesa, un discernimento serio sul mistero di essere uomini e donne.

Il contributo è a disposizione presso il Centro Studi di Ac - centro.studi@azionecattolica.it

 

di Valentina Soncini Coordinatrice del Centro Studi dell’Azione Cattolica Italiana

Pubblicato su http://azionecattolica.it/lo-spirito-di-chi-desidera-iniziare-processi