Il 20 maggio 2015 ricordiamo i 25 anni della beatificazione di Pier Giorgio Frassati. Quella mattina di primavera del 1990, in piazza San Pietro, con il sole che si nascondeva e si affacciava dalle nuvole bianche, è rimasta scolpita nel cuore di tutti coloro che erano a Roma. Il vento ci accarezzava e muoveva il saio di padre Paolo Molinari, postulatore, in piedi davanti a papa Giovanni Paolo ancora nel pieno delle forze. Lo stendardo proponeva non il solito «faccione» del beato di turno, ma la figura intera di un giovane alpinista, con lo scarpone appoggiato saldamente sulla roccia.
Quella giornata concludeva un lungo cammino: una causa di beatificazione durata 59 anni. Partita “in quarta” nel 1931 sulla spinta di centinaia di circoli giovanili di Azione cattolica dedicati a Pier Giorgio, e delle decine di migliaia di copie della biografia scritta da don Cojazzi e tradotta in tanti paesi del mondo, e poi a un certo punto arenata per motivi a posteriori rivelatisi non fondati; ripresa finalmente da Paolo VI e conclusa da Giovanni Paolo II, due papi che amavano il giovane torinese per motivi e con storie diverse.
Ma quella giornata apriva anche un cammino nuovo per la figura di Pier Giorgio, dalle strade della sua Torino alle vie di tutti i continenti. Oggi il giovane Frassati, dopo tanti anni, è ispirazione e porta aperta verso Dio per un numero crescente di giovani di tutto il mondo. Le sue frasi – da «Non vivacchiare ma vivere» a «Verso l’alto», a «La tristezza dev’essere bandita dagli animi cattolici» – sono prese come programma da ragazzi e ragazze di ogni parte della terra.
Questa attualità di Pier Giorgio fa restare davvero impressionati. La sua figura viene percepita come contemporanea, anche se gli anni Venti del Novecento erano ben diversi da questi anni Dieci del nostro secolo e quell’Italia aveva ben poco in comune con gli Stati Uniti o l’Australia o la stessa Italia di oggi. Evidentemente, il suo modo di vivere il cristianesimo parla un linguaggio moderno e universale. Le dimensioni fondamentali dell’essere giovani sono presenti, sia in gioia che in difficoltà: il rapporto con la famiglia, lo studio, il progetto di vita, l’interesse per la società, la spinta ideale per un mondo migliore, l’affettività, il tempo libero, lo sport... E tutto ciò vissuto nella fede genuina, profonda, entusiasta e seria allo stesso tempo, resa viva e pulsante nella quotidianità. L’amore per Gesù, riconosciuto come vivo e vero nella propria esistenza, e ritrovato nei fratelli e nelle sorelle che la vita gli metteva accanto. La preghiera, la Parola di Dio, i sacramenti: tutto vissuto con naturalezza, senza patemi, senza barriere. Come non sentire il fascino di una testimonianza di questo spessore?
Pier Giorgio attrae e rilancia: affascina con la sua vita, e genera il desiderio di una vita rinnovata in Dio, riscritta sul quaderno fresco e immacolato della fede, affidata al Signore perché ne faccia un dono per il mondo. È questo che fanno i santi. E Pier Giorgio sembra un perfetto testimonial della Chiesa che papa Francesco esorta a realizzare: una Chiesa che cammina nelle periferie esistenziali dell’umanità contemporanea, che guarda senza remore le donne e gli uomini che cercano – magari a tentoni – la vita vera e attendono qualcuno che indichi la strada, attraverso la condivisione, la fraternità praticata, la carità materiale e spirituale.
Anche per questo, sembra maturo il tempo perché la causa di Frassati faccia l’ultimo passo, e la Chiesa lo proclami santo. Che cosa cambierebbe? Il culto pubblico del beato è concesso a un «ambiente particolare», mentre il santo è oggetto del culto pubblico nella Chiesa universale. Per Pier Giorgio, che è già venerato in ogni parte del mondo, questo riconoscimento permetterebbe una diffusione ancora più capillare della sua figura, con tutti i benefici che ne potrebbero derivare per tante persone di ogni parte del mondo.
Anche l’Azione cattolica allora può intensificare la preghiera affinché Dio conceda il miracolo richiesto perché la Chiesa possa procedere alla canonizzazione di questo suo socio tanto amato. Chissà, magari grazie a queste preghiere il 2015 potrebbe diventare ancora più significativo...
di Roberto Falciola
È vice postulatore della causa di canonizzazione del beato Pier Giorgio Frassati e presiede l’Opera diocesana P.G. Frassati di Torino. Redattore editoriale e scrittore. È responsabile dell’Ufficio Stampa e Comunicazioni Esterne di Effatà Editrice.