Misericordia e cura per tutte le famiglie

L’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo sulla Famiglia

Con l’Instrumentum laboris comincia a prendere forma il dibattito che si svilupperà poi all’assemblea sinodale di ottobre. Ma i temi posti in primo piano sono rispondenti alle attese emerse con il Sinodo straordinario dello scorso anno e con le discussioni maturate nel frattempo? Lo chiediamo a Marco Vergottini, teologo milanese, sposato, quattro figli.

«Il dato più interessante da registrare – risponde – è il fatto che la decisione di papa Francesco di prevedere una scansione in due tempi del dibattito su “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” – una prima fase confluita nell’Assemblea sinodale dell’ottobre scorso, poi la seconda fase che culminerà nell’Assemblea del prossimo autunno – si è rivelata assai feconda. La riscoperta del metodo del discernimento ecclesiale – coinvolgendo non solo i vertici della Chiesa, ma le varie componenti delle Chiese particolari, associazioni, aggregazioni laicali, istituzioni accademiche – ha permesso di dare concretezza alla coscienza della Chiesa intera di essere in condizione itinerante, sotto il segno di una provvisorietà nella quale già il regno di Dio quotidianamente ci è dato, avviene, germoglia. Come disse Bergoglio nell’intervista a La Civiltà Cattolica (19 settembre 2013): “Diffido delle decisioni prese in maniera improvvisa. Diffido sempre della prima decisione, cioè della prima cosa che mi viene in mente di fare se devo prendere una decisione. In genere è la cosa sbagliata. Devo attendere, valutare interiormente, prendendo il tempo necessario. La sapienza deldiscernimento riscatta la necessaria ambiguità della vita e fa trovare i mezzi più opportuni, che non sempre si identificano con ciò che sembra grande o forte”».

 

Il documento appena pubblicato sottolinea la bellezza della famiglia, patrimonio sociale, ma anche tanti nodi problematici. Quali, a suo avviso, quelli su cui dovrebbero concentrarsi di più i padri sinodali, anche in ragione di una eventuale revisione pastorale in materia familiare?

«Sulla materia complessa dei fallimenti coniugali la “regola aurea” è che le persone siano accompagnate da una sensibilizzazione della comunità cristiana in ordine alla loro accoglienza, secondo la legge della gradualità, come tale rispettosa della maturazione delle coscienze. Si apre allora come via di soluzione un cammino penitenziale come processo di chiarificazione e di nuovo orientamento, dopo il fallimento vissuto, accompagnato da un presbitero delegato dal Vescovo diocesano, cui spetta la responsabilità su questa delicata materia. Tale nuova disciplina dovrà tenere conto naturalmente della tradizione ecclesiastica vigente, senza dimenticare d’altra parte che la tradizione è un dinamismo storico, che chiede alla Chiesa di ancorarsi alla verità evangelica che come credenti dobbiamo interpretare come parola sempre viva e vitale, capace di illuminare i vissuti degli uomini e delle donne di oggi e di domani. Per quanto riguarda l’attenzione pastorale verso le persone con tendenza omosessuale, l’Instrumentum laboris suggerisce che “ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza, sia nella Chiesa che nella società” (n. 131). Un ultimo aspetto riguarda la questione dell’Humanae Vitae, un documento forse un po’ dimenticato, ma che chiede di essere riscoperto nella sua intentio profundior, che intende sollecitare a una visione alta e non banalizzata dell’esercizio della sessualità coniugale. Al riguardo, si dovrà fare un’opera di chiarificazione, per evitare che alcuni coniugi (pochi, in verità) debbano patire per una lettura distorta e colpevolizzante del loro agire nella sfera affettiva, ma d’altra parte si dovrà insistere – specie con i giovani – per far riscoprire il valore dell’atto sessuale che, in un’ottica cristiana e pienamente umana, esige di essere ricondotto a una visione “personalistica”, che ha il suo fondamento e la sua promessa nell’alleanza sponsale».

 

Come è possibile coinvolgere le comunità parrocchiali, le associazioni e i gruppi cattolici nel nostro Paese, negli sviluppo del Sinodo? Le informazioni che giungono attraverso i media sono sufficienti per spiegare quanto accade in Vaticano? Questo per evitare che si tratti di un evento che si svolge a Roma, tra vescovi ed esperti, senza sollecitare il credente nella sua “ferialità”… 

«Vale la pena soffermarsi su un altro aspetto metodologico. Anche quest’ultimo documento ha ricevuto una straordinaria risonanza negli organi della comunicazione pubblica (giornali, Tv, Internet). È un dato di fatto con cui si deve fare i conti. Sotto molti aspetti è un dato positivo perché conferma il carattere pubblico della religione, la cui riflessione non può essere rinchiusa nella sfera intima della coscienza dei credenti. D’altra parte, l’attenzione dei media è selettiva, concentra la sua attenzione soltanto sui temi particolari (aspetti, per così dire, “patologici” dell’esperienza matrimoniale e familiare), trascurando la trattazione fondamentale (potremmo dire “fisiologica”) del messaggio cristiano sulla famiglia e sul matrimonio. Non vorrei essere equivocato, non intendo sostenere che i mezzi di informazione strumentalizzino la questione dibattuta, sottolineo però che l’angolo visuale da essi adottato è troppo limitato».

 

Dunque cosa bisogna fare?

«Direi che per questo motivo è compito dei credenti accedere alle fonti nella loro interezza. Ci accorgeremmo allora che delle 78 pagine di cui si compone l’Instrumentum laboris più di 60 sono dedicate al vangelo del matrimonio, ai legami affettivi, alla pedagogia divina, al nesso famiglia-evengelizzazione, al tema della formazione; soltanto una decina di pagine sono dedicate ai temi sensibili della contraccezione, dei separati, dei divorziati, dei matrimoni misti, della omosessualità. Pertanto, il coinvolgimento dei cristiani e delle comunità cristiane dovrà avvenire a 360 gradi, istruendosi, dibattendo, dialogando sull’intero, certo prestando poi un’attenzione particolare a curare le famiglie ferite e a riscoprire “il grande fiume della misericordia” (MV 25)».

 

Documenti: 

Il testo dell’Instrumentum laboris

 

Pubblicato su http://azionecattolica.it/misericordia-e-cura-tutte-le-famiglie