II Giornata di Fraternità del Settore Adulti · S. Cesarea Terme - Oasi Ss. Martiri Idruntini · 04 Ottobre 2015
Inizia così il cammino degli adulti di Ac. I gruppi delle diverse parrocchie si sono ritrovati in un abbraccio fraterno nei rinnovati locali della ridente Oasi Santi Martiri Idruntini di S. Cesarea Terme. Una giornata che, ad onor del vero, invitava più al mare che alla quiete della pineta. Un sole caldo, un cielo blu cobalto, un mare verde smeraldo. Con un sospiro di accettazione rassegnata si accede alle sale preparate ad accoglierci. La giornata si snoderà attraverso tre momenti: l’ascolto e la condivisione della Parola; l’agape fraterna; la risonanza della Parola nella vita di ciascuno.
Maria ci prende per mano e ci accompagna verso le alture della Giudea (Lc 1,39-56); entra nella casa di Elisabetta, e qui l’incontro delle due donne, ripiene di Spirito santo, si concretizza nella meraviglia di un saluto, che la Chiesa ripeterà per i secoli. Il saluto delle donne diventa sussulto di gioia delle creature che portano nel loro grembo, fino all’esplosione del canto di Maria, che rende lode e grazie al Signore Dio.
L’Assistente ci ha guidati in una riflessione sulla Parola, con l’intenzione di penetrare il vissuto di Maria, per comprendere come il Suo cammino sia stato segnato dalla virtù della concretezza. Maria, maestra di virtù, è concreta nella risposta, nella disponibilità, negli spostamenti, quando riconosce che “il Signore è grande!”. Inoltre, Maria è concreta perché sa ascoltare, perché sa attendere, perché sa meditare. Maria ascolta, decide, agisce, diventa per noi l’esempio che ci può aiutare a rileggere la nostra vita dal di dentro e la nostra stessa esperienza associativa. La meditazione vuole spingerci alla concretezza del servire questa Chiesa, dell’abitare questo mondo senza lasciarci conquistare da entusiasmi effimeri, all’esprimere in noi stessi unità. Perché l’uomo che non è concreto è diviso interiormente.
Accanto all’arte della concretezza, Maria ci insegna la gioia della Festa. E cosa è più gioioso del sedere alla stessa mensa, spezzare lo stesso pane, condividere le stesse portate, specie se succulente come servite dalla cucina dell’Oasi. Certo, ripassare dal ristorante alla sala di lavoro è faticoso … per qualcuno è quasi impossibile!
Tuttavia il terzo momento, dedicato alla Parola che diventa vita, ci intrica perché è l’essenza stessa del nostro essere di Ac. È il nostro esercizio di laici che vogliono riconciliare l’occhio e l’orecchio con il cuore e le mani. Che vogliono rendere concreto quanto la Parola ha detto loro.
Ed a questo punto, con sagacia, i responsabili del settore hanno proposto ai partecipanti due esercizi di laicità da realizzare nelle proprie realtà associative, raccomandando in particolare che tutte le tappe del cammino annuale si sostanzino negli esercizi di spiritualità proprio per realizzare quella concretezza che Maria ci ha indicato.
Un cammino, quello dell’anno che inizia, che sarà vissuto nell’Anno della misericordia: che vuol dire invito a essere noi stessi misericordia e praticare misericordia.
Annibale Elia - già Presidente diocesano di Ac