Campo-scuola parrocchiale a Cassano Murge (BA) · Parr. Maria Ss.ma della Neve di Cutrofiano
La musica dei campi scuola: come nasce un’idea!
Cosa mai sarà un campo-scuola? Una vacanza tra alunni e professori? Oppure una scampagnata con i banchi di scuola in mezzo al verde? O magari, come disse quel tipo, un campo da calcio costruito in mezzo al salone dell’istituto scolastico?? Beh, direi proprio che non è nulla di tutto questo. Il campo-scuola nasce come esperienza da vivere gomito a gomito in un clima di collaborazione e complicità tra partecipanti, educatori e un assistente spirituale. E perché non si fraintenda, gli educatori non sono insegnanti (soprattutto non sono pagati), non sono dei santi privi di macchia, non sono dei bigotti e non sono persone speciali. Gli educatori sono volontari, sono persone qualunque cresciute nella cristianità e dall’innato bisogno di trasmettere, se non valori universali, almeno le proprie esperienze di vita; gli educatori usano la voce per calmare e il sorriso per ricamare relazioni, sbagliando a volte essi stessi, per poi risollevare con una sola mano l’intero gruppo. Il loro lavoro di preparazione, deve essere sopraffino, deve basarsi sull’ascolto, deve saper comprendere il mondo strano dei ragazzi, inserendosi in una generazione nuova.
Questa volta abbiamo pensato che, in realtà, non vi è nulla di straordinario nelle generazioni che avanzano, ma forse strani eravamo noi a non aver mai trovato il coraggio e l’occasione per rinnovarci, quanto meno sperimentando. Da qui le piccole modifiche alla tipica impostazione giornaliera dei campi, ristrutturata facendo perno su quattro pilastri, ossia quattro parole chiave ricorrenti: responsabilità, creatività, espressività, convivialità.
È bene dirlo: lo scopo principale di un campo-scuola resta sempre quello, ossia entrare a passo felpato di danza nel cuore delle preoccupazioni dei nostri ragazzi, per meglio comprendere la loro vita, i loro centri d’interesse, raggiungere i loro valori, sentire le loro speranze. Ma questa volta volevamo fare un passo indietro, riguardando alle basi dello stare insieme, e far tutto questo non raccontando con metafore il quotidiano, ma imparando a viverlo e condividerlo insieme con tutte le sue responsabilità, diritti e doveri, regole e libertà, che non sottovalutino mai la cura di se stesso e degli altri. Per farlo, abbiamo scelto di servirci della musica.
Avete mai notato che i ragazzi di oggi è come se abbiano paura del silenzio?
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