Parola che abbraccia

2ª Domenica di Avvento - Immacolata concezione di Maria
(Lc 1, 26-38)
di don Lucio Greco*

 

L’Anno liturgico è appena iniziato e ci riserva subito la prima solennità della serie: l’Immacolata Concezione di Maria. Non ci è chiesto di spiegarne il senso con articolate riflessioni accademiche né di banalizzare la serietà di una Storia che capovolge le nostre storie, fino a renderle parte essenziale di un’unica Opera.

La seconda Domenica di Avvento, quest’anno, viene naturalmente soppiantata dalla familiare Solennità mariana che catalizza l’attenzione di chiunque. Il nostro cammino di fede non ne risente, anzi riceve una ulteriore conferma divina.

Nella vita personale di una ragazza di Nazareth entra delicatamente lo Spirito di Dio, che compie sempre  grandi cose, e realizza con Maria un futuro di salvezza per l’umanità di tutti i tempi. Agisce con un progressivo coinvolgimento, illumina il cuore e la mente, parla di futuro e trasforma il presente. Lascia segni di Vita e realizza ciò che promette. Quando incontra la paura umana o la voglia sincera di capire bene, dona un incoraggiamento e suscita generose disponibilità a compiere la Volontà di Dio.

«Colui che nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio». A queste parole si aderisce per fede. E la fede vera è dono di Dio. Le parole dell’Arcangelo non lasciano disorientata Maria. La giovanissima ragazza di Nazareth crede alla Parola divina e ne diventa Madre.

«…avvenga per me secondo la tua parola». Una smisurata disponibilità senza calcoli umani e senza riserve da giustificare. Ciò che serve a Dio per realizzare le sue promesse e a noi per compiere bene la Sua volontà. Maria non pronuncia un Sì, ma il suo «Eccomi!»; e tutta la sua vita vibra per sempre di Eternità.

 

*Assistente diocesano Unitario di Ac