Parola che abbraccia

1ª domenica di Quaresima - “il Pane della Parola”
anno C - (Lc 4, 1-13)
di don Lucio Greco*

 

Nel menù prelibato di un’autentica Quaresima troviamo al primo posto la Parola di Dio. In questo Tempo forte, ciò che garantisce un integratore interiore di qualità è proprio il Pane della Parola. Dio parla, l’umano ascolta; Dio provvede, l’umano deve mettere in pratica. Solo così possiamo accompagnare il nascere di “cose nuove” e sperare contro ogni speranza che il futuro è già qui!

Le prime battute quaresimali sembrano nascondere il paradosso: al richiamo esigente del digiuno è contrapposta una cesta piena di primizie (I Lettura), frutto di una Terra riconquistata che regala il meglio di sé. Primizie offerte al Creatore di tutte le cose, come forma di gratitudine per tutti i suoi benefici. Quando siamo capaci di offrire, sinceramente, allora ci rendiamo strumenti della Grazia divina. Un esercizio quaresimale di qualità potrebbe avere questa ispirazione biblica: imparo ad offrire al Signore il frutto migliore delle mie azioni.

Anche il Vangelo di questa prima Domenica presenta un paradosso da vertigine: lasciandosi alle spalle l’evento del Giordano si entra nel deserto della Giudea. Luogo aspro, che non promette niente di buono, luogo preferito dal tentatore per sfiancare l’umana natura del tentato. La forma paradossale di questo intrigante deserto manifesta il limite della sopravvivenza, una fame mortale. Ma lo stesso deserto è abitato dal massimo sostegno spirituale: la guida dello Spirito che sostiene e ispira la fermezza di Gesù. Morte e Vita si affrontano in un duello impari. Solo a Pasqua sarà evidente il risultato finale, passando dalla passione e dalla morte in croce.

Il deserto della lotta con il maligno può sempre diventare il luogo nascosto e intimo dell’incontro con Dio che lotta con Noi e in Noi, donandoci sempre una Vita nuova.
 

*Assistente diocesano Unitario di Ac