PASSARE PER CRESCERE - I riti di passaggio nella vita dei ragazzi

Convegno nazionale degli educatori dell’Acr, Sacrofano - Roma 9-11 dicembre 2022

L’articolo riassume in un’unica voce
l’impegno, la passione, la gioia degli educatori del nostro Centro diocesano
che hanno partecipato ad un evento importante e significativo
per la formazione dei compagni di cammino dei ragazzi*

 

PASSARE: voce del verbo LASCIARE.
LASCIARE infinito del verbo CRESCERE.

Mons. Sigismondi ha aperto con queste meravigliose parole il Convegno per educatori Acr “Passare per crescere” tenutosi a Sacrofano dal 9 all’11 dicembre al quale abbiamo partecipato in otto dalla nostra diocesi.

Le intense giornate hanno messo al centro il tema dei “passaggi” momenti fondamentali di crescita, spesso non affrontati subito, perché “passare” significa lasciarsi destabilizzare dalla vita.

Un passaggio è compiuto quando si abbandonano le caratteristiche relazionali del prima.

Non c’è un vero passaggio senza paura, la vita nuova è sempre preceduta da un “non temere”, frase ripetuta nella Bibbia 365 volte.

E’ questa la condizione per accogliere la vita nuova: paura e spinta dal di dentro, ovvero desiderio. Ciascun educatore deve accompagnare il ragazzo a riconoscere e accogliere il proprio desiderio. Se il desiderio è più grande della paura allora si può crescere, ma la paura va abitata e l’educatore deve saper essere presente.

I riti di passaggio sono ciò che nello spazio è la casa; un bravo educatore deve riscoprire i riti o inventarli quando le esperienze si fanno più difficili e si rischia di restare intrappolati. Il rito obbliga alla sosta, permette di abitare la vita in eccedenza e di darle un senso; è importante inventare i rituali affinché i passaggi siano abitati e trasformare le circostanze in eventi e gli incroci in incontri.

Ed è a questo punto che la comunità gioca un ruolo fondamentale perché non si passa mai da soli, ma in una comunità che sa fare risonanza.

L’educazione è un processo a termine; ciò che dura tutta la vita non è l’educazione ma la formazione. L’autorità educativa tende a dissolversi, ed allora è necessaria ed è richiesta una guida sicura, perché mira a generare, giorno dopo giorno, un’autonomia sempre maggiore.

Il convegno ci consegna la figura di educatori profeti, capaci di essere una voce che sappia guidare i piccoli a fare passi certi e sicuri, impregnati di fuoco; figure che accompagnino i fratelli a mettere i propri piedi e i propri cuori nello spazio di Dio. Ma attenzione, conditio sine qua non è essersi accostati per primi e in maniera permanente al fuoco di Dio.

Noi siamo il libro sul quale i ragazzi studiano.

 

*Chiara, Filippo, Paola, Donatella, Daniela, Katiuscia, Cinzia e Lucia